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Samuele e i Diritti negati agli studenti con Disabilità

Comune di Napoli e Regione Campania ANCORA BOCCIATI in riferimento a politiche sociali e inclusione scolastica!
Ecco la storia di un giovane studente con disabilità, Samuele, 14 anni, e il suo diritto e desiderio di frequentare la scuola, come tutti gli altri suoi coetanei, ma per lui, ancora oggi, 15 Febbraio, le porte della scuola sono chiuse! Non può avere compagni di classe, né insegnanti, né un operatore sociosanitario!

Samuele ha una tetraparesi spastica, ciò significa che ha una compromissione del funzionamento dei muscoli che coinvolge tutti e quattro gli arti, inoltre ha il diabete tipo uno.

Samuele vive nel quartiere Pianura, nella Municipalità 9 del Comune di Napoli. Samuele ha deciso di iscriversi al primo anno delle scuole superiori in un istituto di Napoli, il Giustino Fortunato, ma la scuola per lui non è mai iniziata, perché Samuele ha bisogno di una figura che lo assista durante le ore scolastiche, che lo monitori, che gli faccia fare attività, lo accompagni in bagno, che lo aiuti con il microinfusore per il diabete che lui da solo non può usare. Samuele, dunque, per andare a scuola ha bisogno della presenza di un operatore socio sanitario che non c’è.

Nelle scuole ci sono solo gli operatori socio assistenziali, figure professionali che svolgono un lavoro incredibilmente oneroso senza risparmiarsi nell’interesse del benessere degli alunni, ma che sono in numero assolutamente insufficiente per far fronte ai bisogni degli studenti con disabilità.

Se tali professionalità sono reperite alle scuole primaria e secondaria di I grado, sono alquanto rare negli istituti secondari di secondo grado, come se la disabilità all’improvviso sparisse!

La conseguenza è che molti genitori si rivolgono ai docenti e ai Dirigenti Scolastici delle scuole medie per richiedere la bocciatura dei propri figli in modo da garantire loro qualche diritto in più per qualche anno.

La mamma di Samuele, Manuela Udito, sta lottando per ottenere il rispetto dei diritti di suo figlio e di tanti altri bambini. A seguito dell’intervento di uno studio legale si è ottenuta una ordinanza cautelare del Tar che ha sollecitato già a fine Gennaio le istituzioni a nominare quanto prima un operatore socio sanitario.

Nonostante l’ordinanza cautelare emessa dal Tar, dopo il ricorso presentato dai genitori, che intimava alle istituzioni di provvedere alla nomina dell’operatore socio sanitario, ancora nulla!
A Samuele è tuttora negato il diritto ad andare a scuola!

Purtroppo, a Napoli e non solo, i diritti delle Persone con disabilità a scuola sono troppo spesso disattesi. Le famiglie mortificate, troppo spesso abbandonate e isolate. Non ci sono interlocuzioni, non ci sono risposte. Le famiglie si riuniscono e creano associazioni per sostenersi tra loro. Si occupano in prima persona di sostenere chi ha maggiori difficoltà anche dal punto di vista economico. Si procede a cene di beneficenza e altre iniziative per raccogliere fondi. Fondi che dovrebbero garantire Enti Locali, Comuni, Regioni, Stato Centrale. Invece, spesso, intorno alle Persone con disabilità c’è il vuoto!

La storia di Samuele non è un caso isolato. Proprio oggi, mi giunge la notizia, che paradossalmente appare come un lieto fine, di una bambina della scuola primaria nella periferia EST di Napoli, a San Giovanni a Teduccio, la quale potrà avere, finalmente, il trasporto comunale da lunedì 19 Febbraio. Una bambina che fino ad oggi non ha potuto frequentare o socializzare con i compagni di classe.

Conosco bene le difficoltà degli studenti disabili di questa città. Proprio a Napoli ho sperimentato io stessa in prima persona le difficoltà del trasporto scolastico che spesso parte in ritardo e non per tutti. La mia famiglia ha sempre sostenuto i costi di una persona che mi accompagnasse a scuola, un trasporto privato dedicato. Allo stesso modo, ha sempre sostenuto i costi dell’assistenza domiciliare.

Ma chi non ha una famiglia che può far fronte a queste spese, rischia di restare escluso da ogni servizio.

Sono trascorsi due anni da quando, dalle pagine di un quotidiano nazionale, ho denunciato le inefficienze dell’ufficio politiche inclusive del Comune di Napoli. Allora, dopo il Reportage, sono seguite le promesse istituzionali… Mi piacerebbe capire cosa è cambiato in tutto questo tempo…


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